E’ un momento molto amarcord per chi come me è cresciuto con la NBA degli anni 90 sognando le repliche ufficiali Champion delle stelle di quel periodo.

Ho preso spunto da una rapida ricerca su ebay che ho fatto a tempo perso, quasi per noia, in cui mi sono imbattuto nel negozio DEFINITIVO per gli amanti della memorabilia sportiva.

E mi sono venute in mente tutte le varie jersey che nel corso degli anni mi hanno regalato oppure ho acquistato e che adesso sono sperdute da qualche parte in soffitta, oppure peggio ancora gettate per la troppa usura o per disuso.

A quel tempo seguivo la NBA sulle pagine di American Super Basket, che nel quarto di copertina spesso pubblicava la pubblicità di tutte le canotte Champion che erano in commercio. Un giocatore simbolo per ogni singola squadra NBA. Mi sognavo con indosso ognuna di quelle maglie. Le bramavo come oggi un pischello può bramare un iphone.

La prima canotta che mi abbiano mai regalato fu quella di Charles Barkley, viola, dei Phoenix Suns, che resta tuttora la mia preferita ogni epoca. Le indossavo anche per andare a letto!

Poi un Natale trovai la numero 33 di Alonzo Mourning degli Charlotte Hornets, verde mare, sotto l’albero. Non fu amore come quella di Sir Charles, perchè sognavo, come penso il 99% dei ragazzi di tutto il mondo, la maglia di Micheal Jordan.

Apprezzai invece la canotta di Shaquille O’Neal degli Orlando Magic, nera, senza strisce (perchè quei babbei della Champion lo le facevano!). Fu un duro colpo per me quando poco più di 1 anno dopo se ne andò sulla costa Ovest a Los Angeles.

Shaq è stato un po il leit motiv della mia adolescenza, perchè nel tempo mi regalarono pure la sua jersey numero 13, nera, di Team US dalle olimpiadi del ’96 di Atlanta e successivamente la sua canotta numero 34 reverse gialla/viola dei Lakers.

Nella mia lista dei desideri ci sono sempre state però la maglia viola acceso di John Stockton ai Jazz, quella azzurra di Latrell Sprewell ai Golden State Warriors, la numero 25 di Mark Price ai Cleveland Cavaliers, e una delle canotte più brutte della storia, ma che mi attizzava un casino, quella degli Atlanta Hawks con il falco che spiegava le ali, nera sfumata sul rosso, numero 2 e reperibilissima ovunque di Stacey “Plastic Man” Augmon, al tempo stella di quegli Hawks.

Ma come dimenticare pure quella dell’ammiraglio David Robinson, nera, numero 50 degli Spurs e la numero 33 blu di Patrick Ewing e dei suoi New York Knicks? Tutti sogni nel cassetto!

Nel corso degli anni, ormai quasi 30enne (ma con lo stesso entusiasmo di quando avevo 12/13 anni e stavo ore e ore chiuso in camera mia a giocare indossando le mie jersey NBA al canestrino appeso all’armadio) mi sono voluto togliere diverse soddisfazioni, acquistando su Ebay la maglia che reputo più bella della storia degli All Star Game, quella del 1994 blu dell’Ovest, numero 34 di Charles  Barkley, targata Champion. Un autentico gioiello, che ancora oggi sfoggio al campetto o in palestra abbinandola a un’altra chicca della mia collezione, la maglia numero 15, throwback classic adidas dei New York Knicks stagione 79-80 di Earl “The Pearl” Monroe, uno dei miei giocatori preferiti ogni epoca, comprata all’NBA Store di New York nel 2009.

Con i miei amici di We Want Heat qualche anno fa facemmo una follia: acquistammo tutti e tutti assieme la maglia del capitano, Udonis Haslem, numero 40, in ogni variante colore. Una cineseria clamorosa, per rendere omaggio a Captain U, il beniamino di ogni tifoso Heat.

Ma il vero gioiello è la maglia numero 33 dei Flint Tropics di Jackie Moon. Non sapete chi è Jackie Moon? E’ l’inventore dell’alleyhoop. Non ci credete? guardatevi Semi Pro.

Preparate qualche lacrima!!!